Nelle vigne, in primavera, di notte

In questo periodo – racconta Gianfranco Torelli – talora gli agricoltori vanno nelle vigne con la torcia a togliere le “gate” dalle viti. In piemontese si chiama “gata” ogni bruco: in questo caso si tratta della nottua della vite. La nottua ha la forma di un verme tipo millepiedi, ma senza peli. Vive normalmente subito sotto lo strato del terreno e poi esce fuori in primavera e mangia i germogli. Il momento è adesso perché poi, dipende anche dall’annata, se uno ha la fortuna che il tempo accompagna, appena le temperature sono alte e nel giro di pochi giorni spuntano le foglioline, non c’è più problema perché, per tanto che la nottua mangi, mangia al massimo una foglia a notte. Invece la nottua è golosa proprio della gemma nel momento in cui si rigonfia. Perciò, proprio in questi giorni, in un’unica notte ti può mangiare anche tutte le gemme di 3-4 viti di fila e quindi compromettere il raccolto di quelle viti. C’è anche un altro metodo che è molto più invasivo, cioè fai un trattamento tipo insetticida, abbastanza impattante. Certo è che chi va alla ricerca della nottua di notte, fa senz’altro un’operazione biologica. È difficile dire da cosa dipenda la presenza della nottua, così come l’attuale esplosione degli insetti: probabilmente questi lepidotteri stanno trovando una serie di condizioni più favorevoli al loro sviluppo rispetto a trent’anni fa, quando, per la prima volta, ne ho sentito parlare. Calcoliamo che sono cambiate tanto le condizioni climatiche: oggi abbiamo molto meno precipitazioni, le temperature sono più alte e quindi sta purtroppo cambiando un po’ anche l’ecosistema e quindi probabilmente loro si trovano più a loro agio”.

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