Il fagiolo del babi era in origine il “bianco di Spagna”.
Coltivato da secoli in Valle Varaita e scambiato continuamente tra un coltivatore e l’altro per ottenerne una semente più resistente, si è adattato al luogo e si è diversificato per pezzatura, diventando leggermente più piccolo del Bianco di Spagna.
I fagioli del Babi si seminano a luna crescente di aprile. Prima si ara e si prepara il terreno, poi con la riga si tracciano le file nel terreno. Con il palìn, un palo appuntito di ferro alto più o meno 1 m, si fanno i fori nel terreno: il sesto d’impianto è di 80 x 160 cm. Quindi si piantano i fasulè (pertiche di legno di castagno alte 5 metri dal diametro medio di 5 cm e appuntite alla base, in modo da facilitare il fissaggio nel terreno). Poi con la sapëtta si procede a piantare tre fagioli al piede del fasulè. Sarebbero sufficienti due fagioli, però a causa delle piogge stagionali, è possibile che non germoglino tutti.
Quando sono germogliati, i fagioli dovrebbero salire e attorcigliarsi intorno al fasulè, ma non lo fanno e strisciano a terra: allora bisogna aiutarli a salire legandoli al fasulè con un cordino. Ecco dunque chiarito lo strano nome di questi fagioli: in Valle Varaita, quando qualcuno sta giù, a terra, si dice che sta “al pian di babi”, cioè “al piano dei rospi”.
I Fagioli del babi in metri quadri: il valore del recupero
Proviamo ad attribuire ai prodotti agricoli un valore espresso in metri quadrati di territorio curato. Ecco come procediamo:
un sacchetto da 500 g. di Fagioli del Babi sgranati contiene circa 190 fagioli;
190 fagioli sono il raccolto di 3 piante di Fagioli del Babi e nascono in una superificie di 160 cm x 90 cm (1,4 metri quadri);
190 Fagioli del Babi cucinati rendono circa 7 porzioni;
190 Fagioli del Babi, seminati, occupano 272 metri quadri di terreno.
Mangiando 500 g.di Fagioli del Babi, anche noi contribuiamo a mantenere vitali, cioè curati e produttivi, 272 metri quadri di montagna.
