È un bell’esempio di Italia che funziona

L’annata al momento è una meraviglia – ci spiega Marco – abbiamo iniziato una settimana fa con le prime varietà: ci sono già le prime castagne, noi in piemontese le chiamiamo Tempurìe, che sono quelle scese già 15 giorni fa, ma non sono da vendere perché hanno durata breve, adesso hanno iniziato le Gabbiane e le Bouche de Betizac. Le vendo sia fresche che essiccate. Si conservano in frigorifero meglio fuori dal sacchetto, sparse, in modo che non siano sovrapposte. Quando dico che l’annata è buona voglio dire che la castagna è sana. L’anno scorso abbiamo avuto un danno enorme di marciume perché quando c’è stata la fioritura del castagno aveva tempestato e piovuto e abbiamo avuto una buona percentuale di scarto e un danno economico. Io sono dell’idea che il prodotto meno sta per terra meglio è, quindi ogni giorno si va a raccogliere: ovviamente adesso andiamo nei castagneti a un’altitudine più bassa e ogni giorno siamo più o meno una decina di familiari e poi quando saremo proprio nel clou nella settimana dal 15 al 20 ci appoggiamo a una cooperativa agricola per il raccolto, perché non riusciamo a stare dietro a tutti gli ordini. Noi facciamo 300 quintali di castagne fresche all’anno di cui 100 le vendiamo fresche mentre 200 le vendiamo secche. Ovviamente 200 di fresche diventano 70 quintali di secche. 300 quintali di castagne equivalgono a circa 1100 piante tra piante nuove e grandi per 15 ettari di castagneto. Noi iniziamo a raccogliere intorno al 20-25 settembre e andiamo avanti fino al 10 novembre. Oltretutto abbiamo obbligatoriamente dobbiamo fare la raccolta a mano, perché stiamo parlando di zone montane, impervie. Non abbiamo alternative. L’alternativa alla raccolta a mano è la stessa raccoglitrice delle nocciole, le cambiamo la griglia sotto: quella lì la utilizziamo una decina di giorni nell’arco della stagione dove riusciamo ad andarci con il trattore perché i castagneti sono veramente pericolosi. Della raccolta a macchina ci occupiamo io e mio fratello. La cooperativa fa la raccolta più grande. Stiamo parlando di una cooperativa che è stata premiata da poco come una delle migliori realtà in Italia, ci lavorano italiani e migranti con un discorso etico perché contro le cifre solite dell’agricoltura di 6-7 € all’ora, qua la retribuzione è sui 10 € all’ora. È un rapporto che abbiamo iniziato un anno e mezzo fa, la cooperativa si chiama La Volpe e il Mirtillo. L’idea di fondo è questa: sono arrivati dei migranti a Ormea, invece di farli gestire a una cooperativa standard, se ne è occupato il Comune in prima persona, ha dato una mano perché i ragazzi venissero formati, tutti i ragazzi hanno seguito corsi dall’F1, F2, F3, hanno imparato l’utilizzo di motosega e altri macchinari utili. Noi, oltre alla raccolta, demandiamo a loro alcune attività tipo la potatura. È un bell’esempio di Italia che funziona. Io mi reputo assolutamente contento, la cosa importante credo sia fare il lavoro che piace. Se vai a fare il calcolo di quello che guadagni rispetto alle ore che lavori è ovvio che ti piange un po’ il cuore. Io da luglio dormo una media di 4-5 ore però è un lavoro che ti dà soddisfazioni. Il fatto di aver studiato economia mi ha un po’ aiutato a trovare anche i mercati giusti. Quando si dice che studiare è importante… che forse è il limite grosso dell’agricoltura tradizionale che, ahimè, e anche dal punto di vista anagrafico, andrebbe svecchiata un po’. Al momento, con il caldo di questi giorni, siamo sotto la media di vendita. Città grosse come Torino e Milano rispetto all’anno scorso sono un po’ in ritardo, ma è inevitabile, con questo caldo anomalo. Ma appena arriva ottobre, anche psicologicamente, la gente comincia a chiedere le castagne. La caratteristica principale della castagna Gabbiana è che la buccia della castagna si rimuove facilmente ed è uno dei motivi per cui è ideale per le caldarroste. Io ai clienti dico sempre di non guardare la dimensione della castagna ma la varietà.
Le prime secche e la farina le avrò indicativamente intorno al 25 di ottobre
”.

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