“Il pascolo è un ecosistema – ci spiega Silvano – non può sussistere da solo senza il pascolatore: il ruminante prende e dà continuamente al pascolo e viceversa il pascolo dà e prende, è un continuo equilibrio. Dal punto di vista ambientale, un prato è una cosa che richiede poca cura, fatto dove non ci possono essere altre produzioni -non sempre, ma di solito è così – e quindi si utilizzano dei terreni che altrimenti sarebbero difficilmente utilizzabili. Il prato fa da protezione del terreno, funge da spugna per l’acqua, blocca CO2 e tante cose. Poi i ruminanti sono fatti per mangiare erba, piuttosto che per mangiare altre cose. È logico che dal punto di vista ecologico allevare un animale a erba o allevarlo a cereali è molto diverso, quando usi soia o altri tipi di proteine, perché il ruminante ha il vantaggio che riesce a utilizzare delle cose che noi non riusciamo a utilizzare. In più, essendo che il ruminante è nato per mangiare erba, si è evoluto insieme all’erba, è logico che lui stia molto meglio: ne deriva una più alta qualità delle sue produzioni”.