“Le annate agrarie sono sempre più strane, – ci racconta Stefano – se una volta c’era ripetibilità nell’avvicendarsi delle stagioni e nel clima, in questi anni il margine di incertezza è molto più grande. In particolare i mesi di gennaio e febbraio così caldi portano molti scompensi alle colture rendendone più difficile la lavorazione. Alcune orticole che normalmente hanno una grande produzione quest’anno stanno producendo pochissimo, come ad esempio le zucchine. Noi però abbiamo la fortuna di utilizzare tecniche che prestano molte attenzioni e cure all’ “organismo agricolo” (la definizione di organismo agricolo proviene dall’agricoltura biodinamica in cui l’azienda agricola è considerata come un unico organismo, dove ogni parte collabora alla salute del tutto). Questo ci aiuta perchè le piante sono più forti e resistenti. Il fatto di avere molta biodiversità tra cui vigneto, orto e frutteto, cereali, fa sì che in campo siano presenti parecchi insetti e farfalle; tutto questo è importantissimo perchè se l’organismo agricolo è in salute anche le singole varietà lo sono. Proprio per studiare le farfalle tempo fa è venuta da noi una studiosa di entomologia dell’università di Torino che ne ha individuate moltissime specie diverse; la loro presenza, oltre ad arricchire di colori i nostri campi, è importante perchè sono alla base dell’ecosistema essendo cibo per altri insetti come le libellule, ma anche per lucertole, pipistrelli e uccelli, risultando quindi fondamentali per gli equilibri naturali.
Per i cereali è quasi arrivato il momento della raccolta. Nonostante ci siano stati alcuni forti temporali, i nostri grani hanno resistito molto bene e questo grazie all’utilizzo di un mix di varietà antiche che, avendo taglie diverse l’una dall’altra, si sostengono vicendevolmente; inoltre non utilizzando concimi azotati il fusto è più coriaceo e anche questo ha contribuito. La taglia alta di questi grani, pur avendo una serie di controindicazioni, da un punto di vista organolettico è un grosso vantaggio in quanto le spighe sono molto più esposte alla luce del sole e mosse dal vento quindi risultano sempre pulite da funghi e da altre problematiche che colpiscono molto i cereali a taglia bassa. L’altezza dei nostri grani arriva anche ad 1,7/1,8 mt. Dovremo tardare un po’ la raccolta però, una quindicina di giorni ancora, per consentirgli di asciugare il più possibile ed evitare la formazione di muffe, una volta raccolto poi lo faremo essiccare ancora qualche giorno sul “batù” (parola piemontese per indicare lo spazio in battuto di cemento nell’aia della cascina) in questo modo il chicco subisce una sorta di leggera tostatura e diventa meno attaccabile dalle farfalline. Con l’orzo siamo un po’ in ritardo, l’abbiamo seminato in primavera e quindi quest’anno ci troveremo a raccoglierlo in concomitanza con il grano. Camminare in questi giorni tra i campi è bellissimo, un po’ come entrare in un quadro, sono autentiche opere d’arte della natura!”