“E’ presto – ci dice Davide dell’Azienda agricola Roncaglia BIO – per quantificare i danni: albicocche e pesche se la sono vista brutta, ma anche le mele. Da noi non è stata tanto la seconda notte, quanto la prima perché siamo partiti già la prima notte a un -3.8°C. Eravamo in piena fioritura, ma soprattutto venivamo da una settimana di caldo, specialmente in collina, dove avevamo fatto partire gli impianti di irrigazione. L’albicocco penso che abbiamo perso il 90%.🍑
Sicuramente il tempo è più matto, ieri ha grandinato; in questo momento il tempo cambia perché ci sono delle incursioni artiche di freddo che una volta erano molto più sporadiche, una volta capitava ogni 50 anni, adesso è due anni di fila.
Noi abbiamo la produzione assicurata, ma adesso i periti non stanno venendo, stanno tardando. Perché fanno questo? Perché mentre una volta la grandinata colpiva una zona, e quindi l’assicurazione, l’anno dopo, ti aumentava il premio, quest’anno è su scala europea e quindi, secondo me, non ci saranno i soldi per pagare le produzioni. Io penso che a livello di drupacee il Piemonte sia a livello dell’80%.
Oltre al danno è la beffa: io adesso sto trattando le piante con olio di neem, costa carissimo, però sono obbligato a farlo per gli afidi, perché le piante, adesso senza fiori, spingeranno tantissimo e saranno molto più appetibili per gli insetti.
È un evento sicuramente raro, questo non è la classica brinata, è una vera e propria gelata invernale.❄️ -6°C a Bricherasio è un evento: nel ‘52 si è visto -6°C, è una cosa rarissima. Non sappiamo in che mani metterci. C’è chi ha provato con le candele, ma a parte il costo, è inquinamento, perché quella cera lì è paraffina che inquina; quest’anno ci sarà un forte sviluppo di materiali che siano compatibili con il nostro lavoro.
È una cosa talmente allargata che anche dal punto di vista sociale, della manodopera, darà fortissime ripercussioni perché non ci sarà lavoro e quindi tutto l’indotto ne risente.E quel cibo lì non arriverà o arriverà chissà da dove o chissà non arriverà.
Se la gente si sensibilizza fa piacere, l’agricoltura contadina non è come il supermercato o la fabbrica”.
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