“Il cardo gobbo si chiama così perché è come un gambo curvato, quasi accartocciato su sè stesso. È di colore bianco panna ed è fragilità, nel senso che si spezza facilmente. È croccante e delicato, dolce che si può mangiare anche crudo, senza condimento.
Nizza Monferrato è la città capoluogo della sua area produttiva, ma la coltivazione avviene in tutta l’area albese ed astigiana. Infatti i terreni sabbiosi di origine alluvionale che costeggiano il Belbo, insieme ad un clima autunnale nebbioso e freddo, consentono la buona crescita del cardo.
Ma ci vogliono anche l’esperienza e le cure assidue dei “cardaroli”. La semina avviene a maggio; nel corso dell’estate le piantine vengono diradate e abbondantemente annaffiate, specie se fa molto caldo, perché il cardo ha bisogno di un microclima fresco e umido.
A fine settembre le piantine vengono scalzate da un lato, coricate e progressivamente coperte di terra. Questo procedimento provoca l’incurvamento e l’imbianchimento del cardo, che deve stare almeno 25 giorni sotto terra.
Si raccoglie fino a fine gennaio, momento dopo il quale la terra gela e non sarebbe più possibile estrarlo. Tutto il processo di coltivazione e raccolta viene effettuato a mano.”
Cardo gobbo con acciughe 🧄
Pulisci il cardo togliendo i fili, taglia i gambi a metà nel senso della lunghezza e mettili in acqua con succo di limone per evitare che anneriscano. Falli lessare per circa 10 minuti, quindi scolali e falli insaporire in padella con olio extravergine di oliva, 1 spicchio d’aglio, 3-4 filetti di acciughe a pezzetti, 2 foglie di alloro. Prosegui la cottura finché il cardo risulterà tenero, quindi regola di sale.
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