” Per le fragole – ci spiega Stefano – è stato un inizio di annata un po’ particolare perché abbiamo patito abbastanza la siccità che c’è stata, visto che tra gennaio e marzo è piovuto solo due volte. Solitamente questo è un periodo in cui non c’è bisogno di irrigare e invece avremmo dovuto irrigare, ma non potevamo farlo perché non avevamo l’acqua dei consorzi irrigui che stavano facendo dei lavori, quindi è stata una partenza un po’ difficile poi insomma la situazione è migliorata. Di sicuro lavorando in biologico, in generale, ma in particolare la fragola se c’è un po’ uno squilibrio nell’ecosistema dell’ambiente, noi lo paghiamo un po’ di più, o perlomeno ce ne accorgiamo subito sulle colture. Così quest’anno abbiamo avuto problemi di afidi sulle fragole, che solitamente non abbiamo. A mio parere è stato legato al clima anomalo, perché mancava la fioritura generale, mancava erba e fiori eccetera e anche gli insetti utili facevano un po’ fatica, quindi abbiamo dovuto intervenire noi facendo dei lanci di insetti utili che andassero, in questo caso, a parassitizzare gli afidi. Abbiamo alcune armi anche nel bio però non c’è una certezza, sono tempi duri, se c’è qualcosa che non va ce ne accorgiamo un po’ di più. Detto questo le fragole adesso sono belle, abbiamo qualche varietà che ha patito un po’ di più, ma in linea di massima ci aspettiamo una buona produzione. Noi facciamo diverse varietà di fragole, le facciamo ormai da quando abbiamo iniziato, quindi questo è il nono anno, abbiamo sempre fatto fragola bio anche se i primi anni non eravamo certificati. Ovviamente le fragole sono coltivate in suolo, su terreno baulato, affinché non ci siano ristagni idrici e il frutto rimanga sul pulito, quindi sui teli. Terreno baulato vuol dire che c’è una pacciamatura, alta quasi 30 cm e la fragola rimane abbastanza in alto rispetto al suolo in modo che il frutto, quando poi è finita la fioritura, non va a toccare per terra dove rischierebbe di prendere marciume, lumache eccetera. Poi è anche una questione di comodità per la raccolta perché comunque è una raccolta abbastanza faticosa, anche se noi abbiamo una sorta di bici fatta apposta, che usiamo per viaggiare tra un filare e l’altro nella raccolta. Coltiviamo diverse varietà quasi tutte varietà unifere, ovvero che fanno una produzione sola, a maggio più o meno, una produzione all’anno, la classica fragola. Abbiamo diverse varietà più che altro per cercare di avere un periodo di raccolta un po’ più lungo, per non averle tutte insieme, anche se da quel punto di vista quest’anno abbiamo visto che il clima che è stato prima caldo poi freddo le ha rallentato, insomma si stanno un po’ avvicinando le maturazioni di diverse varietà e probabilmente avremo una stagione un po’ più corta di quello che speravamo, con più prodotto comunque.
L’80% sono piante al primo anno di produzione che abbiamo trapiantato l’estate scorsa intorno a Ferragosto, c’è solo due tunnel che sono una varietà differente, si chiama Murano quella è al secondo anno. Abbiamo sempre fatto cicli di due anni adesso stiamo cercando di accorciarli a un anno perché comunque abbiamo problemi un po’ nella gestione soprattutto nell’utilizzo dei teli in un ambiente come il nostro che è bello vivo, vivo di tutto… quindi per dire anche i topi che sotto i teli vanno a nozze quindi abbiamo visto che con cicli di due anni facciamo fatica poi a gestire le piante quindi tendiamo a fare trapianti tutti gli anni anche se questo è un po’ complesso per noi perché ovviamente la fragola in generale, ma ancora di più se fatta in bio, richiede delle rotazioni ampie, quindi vuol dire che noi dobbiamo avere molta terra a disposizione. Per mantenere più o meno stabile il numero di piante di anno in anno abbiamo bisogno almeno del triplo, se non quadruplo, della quantità di terra che abbiamo impegnato. Metto le fragole nello stesso posto ogni 3-4 anni perché la fragola prende tanto nutrimento e per problemi anche di sanità del terreno – la fragola è molto delicata – e poi comunque nel bio siamo comunque obbligati a fare delle rotazioni di un certo tipo, quindi devono essere almeno tre cicli differenti prima che possa ritornare la stessa coltura tra cui una leguminosa oppure facciamo una miscela di sovesci, dipende un po’ dalle annate.
Il fatto che quest’anno abbiamo avuto afidi, secondo me è sicuramente dovuto al caldo perché con il caldo gli afidi partono bene. Già due autunni fa abbiamo avuto un po’ lo stesso problema di mancanza d’acqua, mancava un po’ di vegetazione intorno ai campi, lì era verdura autunnale ma abbiamo avuto lo stesso squilibrio, un attacco molto forte. Solitamente, se c’è un equilibrio, abbiamo visto che si gestiscono abbastanza. Abbiamo usato l’olio di Neem, un prodotto di origine naturale che si può usare, e poi abbiamo fatto questi lanci di insetti utili”.


