“Quest’anno abbiamo messo la cipolla ciolla rossa di Zerli in ritardo perché pioveva, – ci spiega Franca – sono rimaste un po’ indietro forse, quindi non tanto grandi, sono abbastanza verdi ancora adesso. Abbiamo piantato a marzo. Prima era troppo asciutto e non si poteva piantare, poi ha cominciato a piovere quindi ho tardato. Faccio prima il semenzaio, a fine agosto, e quest’anno ho rifatto i piantini per due volte. Il primo non è andato bene, è marcito, ho rifatto un’altra volta il semenzaio e quando ho avuto la seconda produzione l’ho piantata. La parte più difficile del lavoro è sicuramente avere le piantine e poi, una volta in campo, togliere l’erba perché qua intorno lo fanno tutti col diserbante ormai, mentre noi lo facciamo ancora manualmente, con le mani e la zappetta. La cipolla la metto in mezzo le viti e poi in alcuni appezzamenti metto cipolle basta, non metto altre cose insieme. Continuo questa coltivazione intanto per una questione affettiva, è dai miei nonni che noi piantiamo sempre con il nostro seme e poi perché effettivamente facendo una comparazione con le altre cipolle, piantine comprate in giro, che si vedono nei vivai, questa qua è veramente diversa, è più buona, più dolce. Io sono sicura quando la pianto perché è la mia, gli altri non posso sapere magari dicono che è di Zerli poi comprano anche le piantine. Però, per me che pianto, la mia è più dolce rispetto all’altra. Per me è come avere un’eredità, come quando erediti una casa, questa cosa qua è mia, perché è sempre stata della mia famiglia. Mi piace mantenerla questa cosa qua. Io questo pensiero l’ho ricevuto da mia mamma, dai miei genitori, mi auguro di riuscire a passarlo a mio figlio. Almeno su queste cose, anche se non lo farà per lavoro, almeno per se stesso, spero apprezzerà. Perché una volta che certe varietà si perdono non ci sono più, non è solo un discorso di nostalgia”.