“Le nostre capre”- racconta Marta – “ possono alimentarsi su pascoli fra i 1200 e i 1800 metri di altezza dal mese di maggio fino alle nevicate, solitamente a fine ottobre. Se la neve si scioglie è possibile tornare a pascolare anche nei mesi di novembre e dicembre. Questo tipo di vita fa si che i nostri animali producano un latte con tenori di grassi e proteine decisamente superiori rispetto a quelli riscontrati in allevamenti intensivi. Al momento non ho mai fatto misurare il quantitativo di acidi grassi insaturi, per via dei costi, ma non escludo di farlo nei prossimi anni. Oltre a quanto mangiano al pascolo le mie capre ricevono, al momento della mungitura, una piccola integrazione a base di mais, orzo, soia e pisello proteico che acquistiamo ogni quindici giorni da un mangimificio che produce mangimi biologici a Verzuolo. Sarebbe bello poter alimentare le capre solo con le erbe del pascolo o con il fieno che facciamo in montagna (durante la brutta stagione), ma le loro necessità durante la lattazione ci obbligano a fornire un extra di nutrienti poco reperibili nei pascoli montani. La salute degli animali deve essere una priorità per ogni allevatore e, con questa minima integrazione, possiamo migliorare il loro stato di nutrizione ed evitare pericolosi cali di peso.”