Ritorna l’arguta

L’arguta è una bacca, è originaria dell’Indocina come il kiwi – ci spiega Davide – sono specie di liane. In azienda noi ne abbiamo qualche pianta fin dagli anni ’70. L’arguta non ha mai avuto successo perché è un frutto molto delicato e anche perché è sempre stata messa in ombra dal kiwi che tutti conoscono.  Ora però abbiamo constatato che l’arguta non è soggetta alla batteriosi dell’actinidia che tanto danno ha fatto dal 2013 agli impiantamenti di kiwi.  E quindi anche noi ne abbiamo introdotte altre 150 piante: va impalcata come l’uva, diradata come l’uva, non bisogna lasciare acini sporchi, richiede molto lavoro. Si raccoglie a inizio settembre, la mettiamo in frigorifero e la vendiamo in breve tempo. Bisogna porre attenzione a non bucarla e a non ammaccarla. L’arguta ha le proprietà del kiwi, ma molto più concentrate: è ricchissima di vitamina C ed è molto lassativa, quindi non bisogna eccedere nel consumarla. Sono piante molto generose, producono fino a 35-40 kg per pianta, ma fanno frutti molto piccoli”.

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