Il grano saraceno di Paolo e Claudio

Abbiamo iniziato a coltivare il grano saraceno qualche anno fa – ci racconta Claudio – per più di un motivo: primo perché è una coltivazione che qui già storicamente si faceva, ma in tutto l’arco alpino già lo si fa da secoli, poi perché noi coltiviamo con metodi biologici, quindi, avendo seminativi, facciamo rotazioni colturali. All’interno delle rotazioni colturali il grano saraceno può essere utilizzato sia come coltura da sovescio, che come coltura da reddito. Coltiviamo con metodi biologici, quindi significa nessun utilizzo di chimica né diserbo, niente. Quello che facciamo è che dopo la prima coltivazione, che può essere un cereale vernino, o un pisello, puliamo il campo, lo riprepariamo, lo seminiamo.

Uno dei vantaggi del grano saraceno è che è molto competitivo, cresce molto velocemente e quindi fa una buona lotta contro le malerbe. Questo aiuta poi anche per tenere pulito il campo per la coltura successiva. Ha bisogno di pochissimo, non ha bisogno di acqua: altra cosa importante, secondo noi, quella di coltivare delle cose che abbiano un impatto ambientale più basso possibile, quindi colture che richiedono tanto, tipo il kiwi, i mais ibridi attuali, noi non li coltiviamo proprio perché non ci sembra giusto dover consumare tutta quell’acqua. Questo dal punto di vista agronomico.

Altra cosa interessante è che il grano saraceno fiorisce molto tardi, quando non ci sono più tante altre fioriture e questo è una cosa interessante anche per le api. Le api sono insetti molto utili, noi qui tra l’altro abbiamo anche qualche arnia perché ci interessa il discorso delle api, è fondamentale, ci interessa dare il nostro apporto e le api sono molto felici quando c’è il saraceno, quando ci sono le fioriture ci sono nuvole di insetti che girano sopra è questa un’altra cosa molto importante per l’agro ecologia.  Il grano saraceno è molto interessante dal punto di vista nutrizionale, è un alimento abbastanza nutriente, ha vitamine, non ha glutine, è bello digeribile, lo si può cucinare come fosse un riso oppure, essendo molto saporito, anche le gallette vengono molto buone perché hanno questa nota tostata molto interessante; lo si può usare per fare la polenta in miscela alla farina di mais. L’anno prossimo, se riusciamo ad avere un buon raccolto quest’autunno, l’idea sarebbe anche quella di fare un pochino di polenta taragna pronta, quindi già miscelata con mais e saraceno. Tutte le coltivazioni che facciamo hanno quell’impronta di rotazione perché per noi è importante, agronomicamente ha un senso e sui seminativi la rotazione è annuale, o anche due volte all’anno, quindi tutte le coltivazioni rientrano all’interno di quel concetto. Inizialmente non pensavamo a utilizzare leguminose quindi ceci, piselli, fagioli, dopodiché studiando e capendo, effettivamente è importante per cui qualche volta trifoglio, che poi può essere sovesciato oppure ci sono qua degli allevatori e quindi il taglio è foraggio, leguminose come il pisello, ma non solo, perché l’anno scorso abbiamo cominciato a coltivare anche ceci e borlotti, quest’anno volevamo provare anche a coltivare cannellini e fagioli neri. Tutto sta all’interno del discorso di rotazione, quindi la graminacea autunno vernina, il legume, il saraceno, il mais, quest’anno coltiveremo anche del girasole, diciamo che la nostra idea è quella di coltivare tenendo più biodiversità possibile all’interno dei campi a 360°, quindi facendo veramente ruotare il più possibile le varie coltivazioni. Poi tutto quello che si riesce a portare a reddito tanto meglio. Quest’anno metto il girasole per questo allevatore con cui collaboriamo: loro allevano galline, conigli, tacchini, oche, è uno molto bravo, fa biologico non certificato, ha tutti gli animali all’aperto, e usano il girasole nella dieta dei loro animali. Sempre con questo allevatore stiamo facendo dei discorsi sulla canapa, perché gli scarti di pulitura eccetera eccetera, stiamo provando a darli, perché la canapa è anche molto proteica e nutriente, come il lino, e quindi stiamo anche pensando di tirare fuori una linea di uova, soprattutto da galline alimentate con canapa e lino, perché le uova diventano anche più digeribili.
Io sono Claudio. Noi siamo due fratelli in azienda, ci siamo un po’ suddivisi perché la nostra azienda è piccolina, ma siamo arrivati a fare un sacco di robe diverse. Dell’ azienda dei nostri nonni era rimasta la sola coltivazione delle mele e delle pere. Nostro nonno aveva anche la fattoria, aveva gli animali, prati, aveva tutto, poi con gli anni ha mollato tutto il resto e tenuto solo una piccola parte di frutteto. Noi siamo ripartiti di lì, ci siamo fatti il laboratorio in cui facciamo i succhi, i sidri, gli aceti, abbiamo fatto la conversione biologica, tutto questo una decina di anni fa all’incirca e poi, mano a mano che andavamo avanti, la mia passione, il mio pallino era verso i seminativi e quindi abbiamo cominciato ad appiccicarci di fianco, a passi sempre più grandi, questo discorso qua: abbiamo preso dei terreni in affitto e quindi adesso tutti facciamo tutto però siamo un po’ più suddivisi: mio fratello si occupa principalmente della coltivazione della frutta e io mi occupo un po’ di più della parte seminativi. E poi si trasforma oppure si fa trasformare però siamo un po’ suddivisi così. Siamo in due, ognuno con il suo pallino. Io ho 44 anni, mio fratello Paolo ne ha 51
”.

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