Verso il 10 dello scorso marzo abbiamo vissuto giorni davvero complessi. Al rapporto costante e conosciuto con nostri clienti “storici” si è aggiunta l’impellenza di far arrivare la spesa a decine di genitori, figli, amici, vicini di casa, colleghi che si trovavano improvvisamente nella necessità di ricevere a casa la spesa.
È stata un’avventura stancante, fatta di 18 ore medie di lavoro, ma speriamo di essere riusciti a garantire la qualità di prodotti e di servizio alla quale non vogliamo rinunciare
Sapeste quanto tempo dedichiamo a comporre le spese affinchè siano belle come quadri!
In questo periodo poi ci siamo chiesti tante volte: ma chi assaggia questi prodotti, chi scopre che esiste davvero un mondo di agricoltori locali che lavorano bene prima di tutto per se stessi, per il proprio rapporto con la terra, per rispetto verso l’universo che ci accoglie, chi incontra questa agricoltura contadina, ci siamo domandati, saprà riconoscerla? Saprà distinguere d’ora in poi il cibo che nutre dal cibo che solo riempie e gonfia la pancia?
E poi ancora: le persone adesso temono che manchi il cibo; sapranno di conseguenza ricollocare i frutti della terra al posto fondamentale che ricoprono?
Sapranno dirsi che il cambiamento, nella misura ancora possibile, non potrà che partire dai semi, monopolio quasi totale della potente industria sementiera, dall’ acqua, ormai scarsa, dalla terra, il cui strato di humus si va via via riducendo?
I clienti che noi chiamiamo “storici”, ma che nel nostro cuore hanno tutti il loro nome e il loro viso, hanno maturato alcuni da più di 15 anni questa consapevolezza: il cibo che dà sostentamento non è un gioco da gourmet, anzi è proprio l’opposto. Guardare all’origine della vita serve a ridare alle cose la giusta priorità: siamo stati messi sulla terra perchè la terra ci poteva dare di che vivere, dai frutti per nutrire il nostro corpo, alla bellezza dei colori e all’armonia dei suoni per nutrire il nostro spirito.
Non abbiamo per ora sentito i governanti dire che quanto è capitato ci impone di rivedere i modelli di produzione, anche di quella agricola, ci obbliga a cambiare stile di vita, ci mette di fronte all’evidenza che un corpo rimane sano solo se nutrito con cibo salubre e solo se si può muovere nell’aria pulita.
Non l’hanno detto e forse non lo diranno.
Ma se non saranno loro a dirlo potremo essere noi, con le nostre scelte quotidiane.
Per chi già ieri era in difficoltà e oggi lo sarà ancora di più, Agrispesa ha attivato la spesa SOSpesa. Grazie al sostegno di numerose persone, finora 93 famiglie hanno ricevuto la loro spesa, fatta di buon cibo. Perchè l’accesso al cibo buono e salutare è un diritto da tutelare e difendere.
Anche Agrispesa intraprende la sua fase 2.
Ai clienti di sempre va la nostra riconoscenza, a chi ha provato Agrispesa e l’ha riconosciuta come quello che cercava, il nostro grazie, a chi sarà spesso fuori casa e non potrà più cucinare i propri pasti va il nostro saluto, con la speranza di rivederci.
Grazie per la condivisione!😊
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