“La trota affumicata a caldo è una trota che viene solo eviscerata – ci spiega Delia – quindi pulita delle interiora, poi viene messa in salamoia con sale e zucchero, dopodiché scolata e appesa intera a testa in giù nei forni per essere cotta. La cottura è delicata, dura 3 ore a 80° C. A fine cottura c’è una mezz’ora di affumicatura. La trota affumicata è buona da gustare con un’insalata fresca ma può essere anche utilizzata in un’insalata di orzo o riso con dei pomodorini. La lavorazione è migliorata. Nell’ultimo anno facciamo tutto interamente noi in azienda. Mentre prima ci appoggiavamo a una cooperativa, ora invece facciamo tutto noi, quindi garantiamo al 100% la tracciabilità perché, dal vivo al confezionato sottovuoto, non esce più niente dall’azienda. E poi la freschezza, perché noi prima dovevamo comunque lavorare quantità più grandi insieme perché la cooperativa non sempre aveva tempo, adesso, tutte le settimane noi lavoriamo nonostante le trote abbiano 3 mesi di scadenza: sulle etichette si vede che sono confezionate pochi giorni prima del consumo, perché noi lavoriamo la trota molto fresca e tutte le settimane.
In questi mesi sono venuti diverse volte i veterinari che vengono di solito per il controllo del benessere animale, per il controllo dei mangimi, per il controllo del laboratorio dell’ HACCP. Un veterinario è venuto con un veterinario giovane, che non era mai venuto prima, e che doveva compilare una scheda sul benessere animale. Il veterinario più anziano gli ha detto: “Noi qua, sul benessere animale, possiamo solo imparare, non possiamo chiedere altro, perché lei insegna a noi come bisogna trattare gli animali”. Da noi gli animali sono tenuti in vasca nel modo più ampio possibile, l’acqua noi ce l’abbiamo sempre, è acqua di sorgente fresca, nelle nostre vasche ci sono addirittura erbe o alghe che nascono direttamente nella sorgente e che noi non togliamo perché è l’habitat naturale dei pesci. Altra cosa importante: l’alimentazione delle trote, da circa 2 anni a questa parte, è anche ogm free. Io ho 45 anni, ma sono già molto stanca del lavoro perché quando uno ha tutto sulle sue spalle…Rappresentavo le donne nella nostra associazione di categoria, ci ho provato anche come presidente a entrare in un mondo estremamente maschile. Sono stata l’unica e la prima donna a essere presidente regionale della Coldiretti Piemonte però noi donne, in quei ruoli lì, non andiamo bene perché diciamo quello che pensiamo, siamo molto schiette, sappiamo in modo molto concreto cosa vuol dire lavorare, essere multitasking, pensare una cosa l’altra e l’altra, invece gli uomini trovano sempre la maniera per accomodarsi. Noi no, e così ho dovuto rinunciare.”