“Angurie e meloni per noi sono colture, non dico secondarie, ma sicuramente, per come le coltiviamo noi, ci richiedono un lavoro minore rispetto a chi fa grandi estensioni: sono piante che dopo che le hai piantate, dopo che hai fatto un po’ di attenzione con l’erba, grossissimi lavori di tutto ciò che può essere legature, potature ecc. noi non li effettuiamo. Chi ha coltivazioni di meloni molto estese li pota per avere tot numero di piante e tot numero di meloni per pianta, per averli tutti della stessa uniformità, della stessa misura. Il lavoro richiede sicuramente più lavoro di quello che dedichiamo noi. Abbiamo messo i meloni e le angurie ai primi di luglio. Si possono mettere fuori dal primo di maggio poi quest’anno: per noi non è stato possibile perché a maggio è piovuto molto. Poi c’è sempre il discorso che, tutti gli anni, per tenerci il periodo di agosto il più vuoto possibile come prodotto, facciamo un trapianto un po’ più tardivo: in questo modo ne abbiamo per i primi di settembre, quando c’è più richiesta. La nostra varietà di anguria è quella mini. L’abbiamo seminata, fatto il piantino, allevato le piantine in vivaio, piantate il campo a 1 m di distanza sulla fila in pacciamatura biodegradabile. Prima che l’anguria si allargasse, ho tolto l’erba tra una fila e l’altra poi lei si è allargata, ha fatto le sue angurie e adesso sono da raccogliere. Obiettivamente non è una coltura che necessita di una grandissima manodopera. Patisce la troppa umidità, ma quest’estate è piovuto abbastanza poco. L’anguria si inizia a raccogliere quando il peduncolo, il picciuolo che tiene attaccato il frutto alla pianta, inizia a disseccare, cioè a seccarsi, quello è l’indicatore che permette di dire che quell’anguria è pronta. Una volta raccolta, l’anguria ha il vantaggio che riesci a conservarla, non dico mesi (non sono mele), ma è molto importante raccoglierla nel momento giusto e conservarla in frigo, o dove serve. Perché, faccio un esempio, se tu un giorno hai 100 angurie in campo, ne vendi una cinquantina e raccogli solo 50, quelle che restano, nel giro di 2-3 giorni, diventano solo mature e perdono gusto. La stessa anguria, raccolta nel momento giusto di maturazione, la puoi conservare in seguito in frigo, quindi è molto importante la raccolta fatta al momento giusto. Il melone ha un sacco di varietà con sementi che danno prodotti completamente diversi: ci sono varietà di sementi di melone da 40 centesimi a seme di melone cioè parliamo di 400 € 1000 semi di melone, delle cifre assurde, come c’è il melone da 30 € per mille semi. Il melone da 400 € è più buono? Non è detto, però magari un melone da 400 € è un melone più produttivo, più sano, più resistente alle malattie, più bello da vedere con caratteristiche tali che, per chi fa meloni, è giustificato spendere quelle cifre lì. Noi purtroppo ogni tanto siamo finiti in quel circolo vizioso di comprare sementi di melone costosissime. Questo discorso è per far capire che certe volte ci sono dei prezzi assurdi, sta all’agricoltore capire se ha senso assecondare questo mercato malato o tentare altre strade. Purtroppo in biologico una varietà di melone più resistente agli stress è utile perché hai meno difese rispetto all’altro tipo.. Il melone è diventato proprio una coltura ultra mega specifica dove appunto ci sono aziende intere che fanno solo quello e quindi devono uscire con un prodotto eccellente. Per noi sono colture che facciamo, vorremmo fare più spesso, ma purtroppo i terreni che abbiamo e le stagioni che fanno qua in Piemonte non sempre ci aiutano. Il melone e l’anguria andrebbe bene piantarli se hai dello spazio sotto serra, cosa che noi siamo un po’ giusti, possibilmente il 1° maggio, così che i primi di luglio tu ce li abbia disponibili da vendere. Messi a giugno, che arrivano poi in agosto, lì , devi essere bravo tu ad avere gli sbocchi commerciali.
Altrimenti, come ci siamo ridotti noi quest’anno e come capita spesso, fai solo più la coltura per fine agosto, inizio settembre”.