“Per adesso la campagna è ferma perché stiamo preparando – ci racconta Samuele di Cascina Canta – il terreno per poi andare a seminare il riso a fine aprile. Noi risentiamo meno della carenza idrica perché i nostri sono terreni argillosi, qua i terreni sono ancora umidi malgrado la siccità, però siamo un po’ preoccupati, speriamo che piova.
Il nostro è un territorio dove tradizionalmente si coltiva il riso, che è arrivato con i monaci benedettini. Qua ha trovato una zona ideale perché il terreno era argilloso, erano tutte paludi, e l’acqua aveva la funzione fondamentale di fare da volano termico e quindi resistere al freddo perché il riso ha bisogno di temperature sopra i 15 ° per fare il suo ciclo vegetativo, tra i 15 e i 30 °.
Ogni azienda ha il suo canale che gli porta l’acqua.
Facciamo una coltivazione di riso che è biologica – quest’anno era il Roma e probabilmente anche l’anno che viene – che è fatto su pacciamatura verde. Seminiamo il prato in autunno poi quando viene abbastanza alto, verso la fine di aprile, primi di maggio, andiamo a seminare il riso sul prato, poi lo schiacciamo, mettiamo su l’acqua, l’acqua fa morire il prato e permette al riso di svilupparsi. Questo genera fenomeni di fermentazione che vanno controllati, gestiti con il livello dell’acqua, quindi quando comincia a fermentare si toglie, poi si rimette, si cerca di non avere una fermentazione eccessiva, però se anche ci fosse la fermentazione il riso non soffre.
Una volta che parte la prima foglia e che rimane fuori dall’acqua il riso non soffre la fermentazione e neanche il ristagno mentre il prato sì e anche le altre malerbe. C’è anche un’azione fertilizzante da parte del prato che piano piano si decompone e poi questa fermentazione inibisce la crescita delle altre piante e quindi tu riesci ad avere una coltura pulita.
La composizione del sovescio che andiamo a seminare sono segale, veccia e trifoglio incarnato, quello rosso, abbiamo il doppio vantaggio, di migliorare il terreno e di avere una concimazione”.
Su www.agrispesa.it puoi trovare il riso di Cascina Canta.
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