“In questo momento, nella mia azienda – ci dice Flavia Boglione di Agricoltura Bio – per quanto riguarda le colture estensive, quindi i fagioli, la soia, il mais da polenta, siamo in attesa della pioggia che purtroppo continua a evitarci, non scende una goccia, quindi continuiamo a irrigare i raccolti, che è abbastanza grave, a settembre.
Quest’anno abbiamo fatto un grande investimento, l’irrigatore a pioggia, per il risparmio dell’acqua, per il risparmio energetico no: richiede pompe per irrigare quindi il costo del gasolio è non indifferente, ma ha l’enorme vantaggio che l’acqua arriva dall’alto e bagna anche le foglie e poi, rispetto allo scorrimento, che arriva un fiume d’acqua, lì si danno quei 50 ml o quel che si vuole. Adesso i legumi hanno raggiunto una chioma talmente grande che si fanno l’ombra e l’erba non cresce più; dobbiamo solo irrigarli e andare a trebbiatura, per i fagioli a fine settembre, per la soia a novembre-dicembre.
Da questa situazione generale noi siamo molto penalizzati: le quotazioni del mercato di Milano, Torino e Bologna non è il contadino che decide, c’è una commissione che decide il prezzo. E tu cosa ne fai? Alla sera quando hai 20 quintali di pesche fresche come le smerci? Sei obbligato a portarle ad un mercato che ti dà quello che vuole. Mi dispiace dirlo ma il produttore sarà sempre penalizzato. Ed è un po’ il motivo per cui abbiamo deciso di fare la vendita diretta molto limitata alle nostre famiglie, quindi produco solo quello che sono sicura che vendo. I nostri clienti non sono tantissimi, però non ci abbandoneranno mai.
Per chi fa il fresco in grandi quantitativi, invece, la vedo davvero difficile.
Oggi avere un’azienda in Italia è uno stress impressionante.”
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